
il sogno ha preso forma,
si è materializzato in schermi
deformi,
che vorticavano freneticamente,
trascinandomi in scie di
turbolenze,
e luci psichedeliche,
ipnotizzanti!
spuntarono tante mani,
raggrinzite come rami secchi,
che allungavano le proprie propaggini
orrende,
su tastiere infuocate, che si
scioglievano,
come la speranza di fronte al
dolore delle delusioni
indietreggiavo, cercando di
fuggire
da quella trappola virtuale,
ma venivo investito totalmente
dall'incubo,
impedito dalle gambe che,
simili a quelle di un burattino,
si dimenavano nel vuoto, senza
avanzare
il cuore, percorso dall'angoscia di
perdere terreno,
si agitava, aumentando i suoi
battiti,
c’era un eco di rumore pesante
i miei passi si confondevano
con quelli di soldati in marcia,
con il viso da morto
teschi perfettamente allineati,
con impresso un ghigno orribile,
file infinite di calotte
sbiancate dal tempo,
che riflettevano una luce
sinistra
il loro passo era accompagnato da
un canto di dannati,
un sottofondo di voci
terrificanti,
un coro di diavoli che rompevano
i timpani
con i loro strilli di sofferenza:
“la tua luce è spenta!
"la tua luce è spenta!
mi sentivo pietra sepolcrale
immobile, nella mia solitudine,
con sopra inciso un passato
sbiadito
ho in mano un pennello,
dipingo una tela sanguinante,
personaggi inesistenti,
mostruosi, che prendono vita
mi insultano,
ed io, impotente a respingerli,
restavo bloccato nella mie
angosce.
calarono le tenebre,
il mio corpo lo vidi dipinto
di ferite che sanguinavano,
non ero solo,
mille occhi mi osservavano,
scrutandomi in silenzio,
fuggo!
cado, mi rialzo e cado ancora,
come una foglia fluttuante, impotente
che inerme giace sulla terra
fredda,
l'abbraccio di una madre
crudele,
la voragine si stava chiudendo.
tutto sembrava perduto quando
una mano possente afferra il mio
braccio,
la sua stretta è forte, sicura!
mi trascina fuori del baratro
nido di quello esercito di morti,
sento le loro mani uncinate
aggrapparsi ai lembi della mia
pelle lacerata,
rallentandone l’inutile fuga!
il mio corpo, stremato da quella
terribile prova,
si arrende vinto dal
male!
la mano è lì, temeraria,
saldamente afferrata al mio
braccio!
non indietreggia! la sua forza
cresce,
lentamente, mi trascina fuori!
verso la luce!
mi sveglio ancora agitato da
quelle orribili visioni!
stento a riconoscere la stanza!
guardo le mie mani, contratte
dalla paura,
che toccano il viso, imperlato di
sudore
mi desto da quelle sensazione di
stordimento,
offuscante la realtà, ed infine
mi sveglio!
la realtà, l’osservo nella mia
stanza,
non mi pare migliore dell'incubo,
intanto, nella mia mente,
riecheggiano le ultime parole
di quello inno di dannati:
“la tua luce si è spenta!
“la tua luce si è spenta!