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lunedì 2 settembre 2013

Incubo

il sogno ha preso forma,
si è materializzato in schermi deformi,
che vorticavano freneticamente,
trascinandomi in scie di turbolenze,
e luci psichedeliche, ipnotizzanti!
spuntarono tante mani,
raggrinzite come rami secchi,
che allungavano le proprie propaggini orrende,
su tastiere infuocate, che si scioglievano,
come la speranza di fronte al dolore delle delusioni
indietreggiavo, cercando di  fuggire
da quella trappola virtuale,
ma venivo investito totalmente dall'incubo,
impedito dalle gambe che,
simili a quelle di un burattino,
si dimenavano nel vuoto, senza avanzare
il cuore, percorso dall'angoscia di perdere terreno,
si agitava, aumentando i suoi battiti,
c’era un eco di rumore pesante
i miei passi si confondevano
con quelli di soldati in marcia,
con il viso da morto
teschi perfettamente allineati,
con impresso un ghigno orribile,
file infinite di calotte sbiancate dal tempo,
che riflettevano una luce sinistra
il loro passo era accompagnato da un canto di dannati,
un sottofondo di voci terrificanti,
un coro di diavoli che rompevano i timpani
con i loro strilli di sofferenza:
  
“la tua luce è spenta!
"la tua luce è spenta!

mi sentivo pietra sepolcrale
immobile, nella mia solitudine,
con sopra inciso un passato sbiadito
ho in mano un pennello,
dipingo una tela sanguinante,
personaggi inesistenti,
mostruosi, che prendono vita
mi insultano,
ed io, impotente a respingerli,
restavo bloccato nella mie angosce. 
calarono le tenebre,
il mio corpo lo vidi dipinto
di ferite che sanguinavano,
non ero solo,
mille occhi mi osservavano,
scrutandomi in silenzio,
fuggo!
cado, mi rialzo e cado ancora,
come una foglia fluttuante, impotente
che inerme giace sulla terra fredda,
l'abbraccio di una madre crudele,
la voragine si stava chiudendo. 
tutto sembrava perduto quando
una mano possente afferra il mio braccio,
la sua stretta è forte, sicura!
mi trascina fuori del baratro
nido di quello esercito di morti,
sento le loro mani uncinate
aggrapparsi ai lembi della mia pelle lacerata,
rallentandone l’inutile fuga!
il mio corpo, stremato da quella terribile prova,
si arrende vinto dal male!
la mano è lì, temeraria,
saldamente afferrata al mio braccio!
non indietreggia! la sua forza cresce,
lentamente, mi trascina fuori! verso la luce!
mi sveglio ancora agitato da quelle  orribili visioni!
stento a riconoscere la stanza!
guardo le mie mani, contratte dalla paura,
che toccano il viso, imperlato di sudore
mi desto da quelle sensazione di stordimento,
offuscante la realtà, ed infine mi sveglio!
la realtà, l’osservo nella mia stanza,
non mi pare migliore dell'incubo,
intanto, nella mia mente,
riecheggiano le ultime parole di quello inno di dannati: 

“la tua luce si è spenta!
“la tua luce si è spenta!

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